Come ci si sente quando il tuo corpo è in un luogo ma la tua mente è da tutt’altra parte? Direi divisi, bloccati. In questo articolo ti racconto la mia scelta di cambiare vita, lasciare l’Italia, il lavoro che non mi rispecchiava e scoprire il mio posto nel mondo.
Quando Alice correva in “Alice e il paese delle meraviglie”, il coniglio le diceva: “è tardi, è tardi!” e lei lo inseguiva.
Ti sei mai trovato in quella situazione dove stai correndo ma non sai per cosa?
Continui a correre nella ricerca di qualcosa che conti davvero per te.
Ecco, io mi sono sentita così negli ultimi anni, stavo infatti inseguendo il mio coniglio bianco immaginario e correvo la mia corsa.
Che portava a dove? Questo non lo sapevo.
Quando però mi sono finalmente fermata a chiedermi cosa stessi cercando, e cosa avesse veramente senso per me, ho realizzato che non potevo farmi trascinare dagli eventi. Vivevo, infatti, in una città che non era la mia e lavoravo in una posizione che probabilmente non era la mia. Ho tutto dun tratto realizzato che ero in quella situazione perché era socialmente accettabile vivere in una bella città e avere un lavoro fisso come quello.
Sentivo che avrei dovuto scegliere il luogo in cui vivere e fare il lavoro che più mi soddisfaceva, qualsiasi esso sia. E se non esisteva o non lo trovassi, avrei dovuto costruirmelo.
E così ho fatto.
Cambiare vita: non dico che sia facile, ma ne vale la pena
Ho pensato e ripensato alle diverse soluzioni. Dal primo minuto in cui aprivo gli occhi il mattino, fino all’ultimo in cui crollavo sul cuscino, pensavo costantemente a come avrei potuto sentirmi meglio. A cosa avrei potuto fare per migliorare la situazione nella quale ero immersa. Cambiare lavoro era un’alternativa, cambiare casa un’altra. Forse era solo questione di datore di lavoro e di trovare una casa più accogliente.
Per giorni, mesi e quasi anni ho pensato che avrei potuto cambiare qualcosa ma non stravolgere, così sarebbe stato più facile. Ma quel facile non mi avrebbe portato a migliorare il mio stato d’animo in modo solido. Sarebbe stato una situazione momentanea, e di questo in fondo ne ero consapevole.
Quello che cercavo, e dentro di me l’ho sempre saputo, non poteva essere qualcosa di già pronto. Come quando vai a fare la spesa e lo trovi nello scaffale giusto. Cercavo qualcosa di speciale, che poteva piacere solo a me e che avrei amato essermi creata. Una sorta di abito sartoriale cucito su misura.
La mia strada dovevo crearmela
E questo mi ha richiesto un enorme coraggio, andando contro l’opinione comune e contro tutte le paure. Vivevo in centro a Verona, in una bella casa con il mio compagno e un lavoro normale, con uno stipendio normale, con le normali difficoltà di chi si trova a 29 anni in Italia ad inizio carriera. Una casa e un lavoro stabile. La certezza di avere le capacità che permettono di godere di un lavoro stabile. Altro da aggiungere? Nient’altro. Non c’era nient’altro di più perché non mi trovavo nel posto giusto.
Convivevo con una sensazione di inquietudine costante, che fa sorridere poco, arrabbiare spesso e mi rendeva sola.
Sapevo che non potevo continuare così, ma non avevo il coraggio di riconoscere che avrei dovuto cambiare radicalmente per stare bene. Ho fronteggiato le paure che tutti abbiamo quando cambiamo lavoro e/o cambiamo casa: come farò a mantenermi, a trovare casa? E se dove andrò a vivere non mi piace?
Come prima cosa ho fronteggiato queste paure.
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Come affrontare le paure che ci frenano nel cambiare vita
Per affrontare le paure è necessario:
- Renderci conto che stiamo male. Alzi la mano chi è a proprio agio e felice con mille preoccupazioni e paure. Sfido chiunque ad affermare che con la paura si vive bene. Si vive dannatamente da schifo. Il primo passo è proprio quello di ammettere che non si può continuare a vivere così.
- Ammettere di avere paura. Alla base di aver paura di qualcosa c’è il sentimento della paura. Siamo dominati dal sentimento della paura che contagia i pensieri e dilaga in più svariate forme di paura.
- Capire da dove derivano le paure. Quello che hai sempre creduto sia un tuo pensiero potrebbe invece derivare dal pensiero di qualcun altro. Magari un genitore, una fidanzata, un cugino che ha espresso più volte quell’idea che per un qualche motivo è diventata anche nostra e ci ha influenzato fino a pensare che quello che vorremo veramente sia sbagliato.
- Sviscerare le paure. Andare a fondo di ogni paura, è la nostra ombra, è parte di noi, solo ammettendola possiamo vivere in modo integro con noi stessi, ovvero tutto d’un pezzo. Inoltre per affrontare qualcosa che ci sembra un problema se lo dividiamo in piccole parti del problema, ci risulterà subito meno grande.
- Chiederci cosa possiamo fare per stare meglio. Le paure bloccano i cambiamenti, limitano la nostra possibilità di esprimerci. Prima di cambiare abbiamo la necessità di tranquillizzarci, calmare quella parte di noi che frena. Spesso con il solo chiederci cosa possiamo fare per stare meglio troviamo già quella risposta secca che ci aiuta da subito nel vivere meglio.
- Trasformare quell’emozione negativa in eccitazione positiva. Il nostro cervello non distingue la differenza tra l’ansia da prestazione piacevole o spiacevole. Questo vuol dire che possiamo ingannarlo facilmente e trasformare ciò che ci fa paura in qualcosa che ci elettrizza. Sta per accadere e farà solo del bene per noi!
- Rinforzare positivamente la paura. Un progetto che rafforza le tue qualità e che credi possibile ti colma di tutte le paure che ci possono essere state prima. Impara come ideare e strutturare un progetto che esprima al meglio le tue capacità.
Il mio richiamo verso nord
Credo che per me sia stato una chiamata a cui ho risposto. Ho fatto finta di non sentirla per lungo tempo, fino a quando mi sono decisa a sentire e a rispondere a piana voce.
Come il vento del nord del film Chocholat che quando soffiava richiamava la protagonista alla promessa di viaggiare, allo stesso modo mi sono ascoltata e ho capito che potevo permettermi di trovare il mio posto nel mondo e avere il coraggio di rischiare. Per me stessa e per il mio futuro.
Mi sono presa il tempo per costruire la mia professione e lo spazio per capire il mio posto nel mondo. Mi sono trasferita nella città che più di tutte è riuscita a colpirmi in poco tempo: Berlino.
Una promessa a me stessa
Mi sono promessa di investire tutte le energie per creare qualcosa che fosse all’altezza delle mie ambizioni, delle mie capacità e perché no, anche dei miei sogni di bambina.
Non lasciare che sia la società, il tuo superiore o i tuoi genitori a dirti quello che devi fare e dove devi essere. Investi nella ricerca profonda di chi sei, luce e ombre cerca di accettare tutto di te, di sentire quello che il tuo bambino interiore cerca di urlarti contro e ascoltalo!
Sii autentico e prometti di rispettarti sempre. Vuol dire che se stai facendo qualcosa che non ti piace, cambia! Se vivi in un posto che ti sta stretto, allargati!
Il coraggio di cambiare vita
Pensavo che non avrei dormito le notti, che non ce l’avrei fatta dal crepacuore di lasciare il paese in cui sono nata, la famiglia e il lavoro fisso.
Invece ho scoperto che vivo benissimo. So che su di me posso sempre contare, so che ho grandissime possibilità che posso sfruttare se solo mi apro a ricevere e a mettermi in gioco. Non sei in grado di scoprire tutto quello che puoi fare se non ti metti nella situazione di poterlo vedere, iniziando qualcosa di tuo, accettando un lavoro nuovo.
Tu che credi di non avere il coraggio, credimi.
Il coraggio è parte del potere di fare qualcosa di grande. E dentro di te hai tanto potere, devi solo riconoscere di averlo.
Quando capisci che dentro di te hai tutto il potere che ti permette di fare ed essere ciò che vuoi essere allora inizierai a fare le TUE scelte giuste, solo per te e nessun altro.
Queste sono state le mie sensazioni prima e dopo, sono curiosa di ascoltare le tue, condividile nei commenti. E se ti è piaciuto l’articolo condividilo!
Grazie!
Patrizia