In questo articolo ti racconto la mia esperienza come multipotenziale e cosa ho risposto alla domanda Cosa farai da grande?
Avevo circa 6 anni, amavo andare a scuola e stare con compagni ed insegnanti.
Tornavo a casa e anziché giocare con giocattoli prendevo un foglio e delle penne e disegnavo, creavo esercizi con delle consegne per quelli che erano i miei studenti, immaginari.
Parenti ed amici, e i miei genitori stessi, hanno sempre pensato che il lavoro della mia vita fosse l’insegnante di scuola.
Spesso cresciamo con la convinzione sbagliata di quello che vogliamo fare da grandi, perché altri hanno risposto per noi, altri hanno cioè già scelto e immaginato cosa faremo in futuro prima ancora che noi ci chiedessimo cosa vogliamo fare.
Alzi la mano chi di ha ricevuto almeno una volta nella vita la domanda: cosa vuoi fare da grande?
Sia che tu sia riuscito a rispondere, sia che qualcun altro abbia risposto per te, questa è una di quelle domande che ci ha accompagnato per lungo tempo. Forse è quella che ancora oggi ci facciamo per interrogarci su quale sia la strada giusta per noi.
In questo articolo ti racconto come sono riuscita ad affrontare una tra le domande più temute di sempre. E soprattutto voglio che tu ti senta a tuo agio. Qui sei nel posto giusto, dove puoi smettere di nasconderti e capire perché tanto ti dà fastidio chiederti cosa avresti dovuto fare o cosa puoi ancora fare più in là.
Perché ci fa paura la domanda Cosa vuoi fare da grande?
Se tu fossi come il tuo amico che ha scelto Giurisprudenza all’università perché vuole, da sempre, fare l’avvocato per difendere i più deboli, non avresti paura di rispondere a questa domanda.
Ma tu invece ti sei iscritto a Giurisprudenza senza saperne il motivo, stai per terminare e ancora non sai come dare un senso ai tuoi sudati 28/30 dei tuoi esami.
Il motivo per il quale ti fa paura questa domanda è perché non hai ancora una risposta socialmente accettabile.
Nella tua mente sembra che in qualche modo tu debba scegliere un’identità, un appellativo tra i tanti disponibili, con il quale essere riconosciuto dagli altri.
E soprattutto se scegli una professione che poi non vai a ricoprire è come se avessi già dichiarato il fallimento ancora prima di aver iniziato.
Non si può fare tutto nella vita, quindi meglio semplificare e scegliere su cosa focalizzarsi. Questo è il pensiero comune.
Crescendo infatti ti viene chiesto di specializzarti. Una vita specializzata sembra sia ritenuta l’unica strada per avere successo.
Viviamo in una società dove sembra sia giusto perseguire un’unica vera vocazione!
È quindi naturale vivere con paura e timore la propria situazione se non si sa scegliere!
Sei un Multipotenziale
Lascia che ti dico una cosa: non sei solo!
Appartieni cioè ad un numeroso gruppo di cui Emilie Wapnik definisce multipotenziali. Ti invito a guardare il suo video di TEDx.
Multipotenziale è colui che ha un numero vario e potenzialmente infinito di interessi e passioni.
Sia che sia un erudito ovvero una persona che possiede una cultura enciclopedica, sia un tutto fare che sa poco di tutto, sia un super conoscitore di molti campi.
A me piace parlare di una persona come un esploratore. Termine preso dalla definizione di Barbara Sher nel suo libro Refuse to Choose! Un esploratore è colui che ama scoprire sempre qualcosa di nuovo in molti campi diversi tra loro.
Laddove uno specialista primeggia in un unico settore, il multipotenziale fonde più discipline tra loro creando interrelazioni. Questo determina una conoscenza profonda dei rapporti tra i diversi settori.
Potresti voler approfondire un interesse alla volta oppure potresti voler coltivare più interessi nello stesso momento che catturano la tua attenzione allo stesso modo. Ad ogni modo il percorso non sarà verticale ma trasversale tra una disciplina e l’altra, spesso in modo simultaneo.
La mia esperienza da multipotenziale
Sono multipotenziale senza saperlo, e inoltre non lo sono sempre stata. Credo che le esperienze e l’ambiente che ci circondano influenzino la nostra vita, non credo che nasciamo già così come siamo.
Nata e cresciuta in un paese in provincia, ho sempre pensato che quello che mi dicevano le persone più grandi di me sulla vita fosse vero anche per me.
Quindi la ricerca di una propria strada normale, il focus sullo studio per garantire un lavoro dignitoso e una vita tranquilla mi contraddistinguevano.
Però da quando ho iniziato a viaggiare, e soprattutto a vivere da lontano dal nido entrando in contatto con persone da tutto il mondo ho capito che la vita può essere vissuta in molti modi diversi e non c’è una regola in questo.
Ho avuto una sorta di illuminazione: posso pensare a più alternative diverse e soprattutto posso cambiare strada. Sì, prendersi la libertà di intraprendere diverse carriere, tutte quelle che ritenevo giuste per me mi ha dato un immenso sollievo.
Ed è così che ho iniziato ad esprimere il mio multi-potenziale attraverso differenti abilità che mi hanno permesso di svolgere lavori diversi.
Leggi anche: Chi è un multipotenziale e quali abilità possiede?
Come ho affrontato la domanda di oggi: “Di cosa ti occupi”
Il primo passo è l’accettazione di sé stessi.
Accettare sé stessi con la propria pluralità abbandonando la continua ricerca di specializzazione è fondamentale.
Riconosciti multipotenziale, non avere paura di essere chi sei e scopri quali sono i tuoi poteri.
Puoi iniziare a dirlo agli amici spiegando cosa vuol dire. E poi anche con gli sconosciuti. Non immagini quante persone saranno come te!
Solo comunicando la tua diversità potrai attirare le persone uguali a te. Hai bisogno di uscire allo scoperto! In questo modo sarai circondato da quelle persone che accresceranno in modo positivo alla scoperta di cosa sia più giusto per te.
Ho imparato a ringraziare per ogni situazione in cui qualcuno mi metteva in crisi con la domanda rispetto a cosa faccio nella vita.
È un’occasione. Quel momento in cui qualcuno si interessa a quello che fai è un’occasione di allenamento per sentirti libero di essere come sei e anche perché hai modo di testare tutte le possibilità che ti frullano in mente.
Analizzare sempre chi hai di fronte.
Non con tutti dobbiamo essere completamente noi stessi, e non perché sia giusto mentire o camuffarci ma perché possiamo proteggerci, e non sprecare energie con chi non le merita.
Se sei di fronte ad una persona che è completamente distante da te rispondi con appellativi generici come: “studio all’università”, “mi sono appena laureato”, “sono freelance”, “sono un’artista”. La decisione se rispondere con una battuta secca o instaurare una conversazione l’abbiamo noi. Ricorda che puoi cambiare risposta a seconda di chi ti trovi di fronte.
Puoi scegliere di dire solo quello di cui ti stai occupando in quel momento.
Di solito inizio così “Allora, da dove iniziare, ho fatto diverse cose fino ad ora, adesso in particolare mi sto occupando principalmente di…”
La frase dimostra che nostra carriera è eterogenea, ora probabilmente stiamo facendo qualcosa di diverso rispetto a quello che abbiamo già fatto.
Ricordati che molti vorrebbero essere come te, vorrebbero fare tante cose e tu ne stai facendo molte di più di quanto immagini (lo so che ne vorresti farne sempre di più ma impara a sentirti soddisfatto già ora!)
Essere positivo ed entusiasta. Se non lo sei tu di te stesso chi dovrebbe esserlo per te?
Non è facile esserlo sempre, specialmente se in questo momento il tuo principale progetto è fermo o sei senza lavoro. Ma puoi sfruttare il momento di confronto con la persona che hai davanti per ridare nuova forza a quel progetto, raccogliendo un feedback in più.
Rimanere focus sull’altra persona. Cerca di ascoltare più che parlare. Ascoltare e riflettere su quello che l’altra persona mi sta dicendo mi dà modo di essere maggiormente in sintonia con chi ho difronte. Inoltre, questo mi aiuta a non focalizzarmi su di me e sulla possibile impressione che sto dando all’altra persona.
Sicurezza. Se sei sicuro di quello che dici, nessuno ti metterà in discussione, se invece pronunci cosa fai esitando fai un assist a chi vuole fare goal e colpirti. Su questo aspetto bisogna lavorarci a casa, spesso anche io vivo ancora alcuni momenti in cui la sicurezza vacilla e mi sento più esposta al giudizio degli altri. È un lavoro costante che faccio con me stessa ogni giorno per essere forte e continuare a fare quello che amo.
E tu come hai affrontato la domanda che spaventa tutti?
Sono curiosa di sapere cosa pensi di te stesso e di quello che stai facendo. Scrivimelo nei commenti.
Nel frattempo condivi pure l’articolo per aiutare altri multipotenziali come noi!
Patrizia
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