In questo articolo affronto uno dei temi fondamentali del lavorare bene: l’essere soddisfatti del proprio lavoro. Come raggiungere la soddisfazione del proprio lavoro. Lo scopriremo insieme!
Mi sono trovata di fronte al tema della soddisfazione molte volte nell’ultimo periodo, questo perché spesso chi decide di intraprendere un Percorso di coaching con me è proprio perché vive un’attuale situazione di insoddisfazione, sia che abbia lasciato il lavoro, sia che voglia cambiare lavoro.
Ho trattato questo tema durante una delle ultime Live nel mio profilo Instagram, alcuni dei ragazzi e ragazze che mi seguono non sono riusciti ad esserci, così ho deciso di creare un post dedicato.
Prima della diretta in Instagram chiesi cosa significare soddisfazione a lavoro, questo per avere il punto di vista dei ragazzi che mi seguono.
Secondo il sondaggio essere soddisfatti del proprio lavoro significa:
- sentirsi coinvolti dall’azienda
- fare qualcosa di utile
Che cos’è la soddisfazione nel lavoro?
Partiamo dai fondamentali, che cosa significa essere soddisfatti del proprio lavoro e in quali termini esprimo la soddisfazione?
La soddisfazione è soggettiva, non possiamo considerare la soddisfazione in modo assoluto, non è uguale per tutti.
All’interno della stessa azienda e dello stesso team di lavoro ci saranno quindi persone più soddisfatte di altre.
Ma allora come si fa a capire che cosa significa essere soddisfatti del proprio lavoro?
Ci sono alcuni parametri che ci aiutano ad indagare il tema.
L’indagine Gallup ha infatti individuato 5 pilastri fondamentali su cui si regge la soddisfazione a lavoro:
- Varietà delle azioni. Quanto più c’è varietà in quello che facciamo, tanto più possiamo ritenerci soddisfatti. E questo aspetto incide ancor di più se sei multipotenziale.
- Colleghi. Quanto più abbiamo intorno a noi colleghi con la nostra stessa mentalità, che condividono cioè i nostri stessi obiettivi e valori, tanto più saremo soddisfatti. Inoltre incide ancor di più avere un migliore amico/collega a lavoro e la presenza di un manager che ci coinvolga nelle decisioni, dandoci la giusta attenzione.
- Carico di lavoro. Avere cioè il giusto carico di lavoro, non troppo per non sentirci sovraccaricati, e non troppo poco per sentirci poco utili.
- Condizioni di lavoro. Sia in termini di condizioni fisiche, banalmente l’avere il giusto spazio per lavorare, avere un ambiente che facilita il dialogo e allo stesso tempo permette il lavoro singolo. Sia in termini di corrispondenza tra ciò che cerchi in un’azienda e ciò che realmente è, come l’essere competitiva, creativa ed innovativa.
- Autonomia. Il controllo e l’autonomia di ciò che è il nostro lavoro, la libertà che ci possiamo prendere nello svolgere un determinato compito è fondamentale a renderci soddisfatti del nostro lavoro.
- Formazione. Ovvero se nel nostro lavoro siamo in grado di migliorare e imparare ogni giorno qualcosa in più.
In questa ricerca la retribuzione non incide come elemento che determina la soddisfazione nel proprio lavoro, ma secondo L’Employer Brand Search è uno degli elementi considerati nella scelta dell’azienda.
Ma voglio dirti una cosa,
la tua situazione può non corrispondere a tutto ciò che leggi qui sopra, ognuno ha la propria motivazione profonda, che va al di là di numeri e statistiche.
Per me per esempio lo scopo dietro al ciò che faccio, il perché lo faccio è il motore che mi manda avanti ogni giorno e riesce a motivare anche le giornate più spente.
Infatti, se quando stavo vivendo una profonda situazione di insoddisfazione lavorativa mi avessero chiesto i motivi alla base probabilmente non sarei riuscita a spiegarli con i parametri individuati dall’indagine.
Se non ti ritrovi nell’indagine non preoccuparti, ti capisco e ricorda che sei tu l’unico che può sentire il livello di soddisfazione del tuo lavoro e soprattutto quando senti essere il momento di cambiare qualcosa.
Se le persone intorno a te ti stanno dicendo: “di cosa ti stai lamentando, accontentati!” E tu non ti senti di accontentarti ben venuto nel club!
In questo articolo ti guido a capire come mai non sei soddisfatto del tuo lavoro e come fare per iniziare ad esserlo più di prima.
La vita e il lavoro sono in evoluzione, in crescita. Allo stesso modo anche il nostro livello di soddisfazione a lavoro evolverà. Ci saranno dei momenti in cui va bene così altri invece nei quali pretendiamo qualcosa in più.
Dipende tutto dalle tue personali esigenze, che dipendono a loro volta dal tuo particolare momento di vita.
ESERCIZIO: Per capire ancor di più che cosa significa soddisfazione prova a ritornare indietro nel tempo e ripercorrere tutte quelle situazioni nelle quali ti sei sentito davvero soddisfatto. Potrebbe essere stato un traguardo raggiunto, un premio o una certificazione. Oppure un lavoro di gruppo o anche un gesto, una parola detta a qualcuno.
→ Segnati le azioni che hanno permesso di essere soddisfatto
→ Chiederti se nel tuo lavoro di oggi stai facendo le stesse azioni o meno
Bilancio della soddisfazione nel lavoro
Ora mi chiederei,
Patrizia come faccio a capire il mio livello di soddisfazione nel mio lavoro, a rendermi conto che non sto più bene?
Per fare questo hai bisogno di individuare i parametri che per te incidono di più sul tuo livello di soddisfazione.
Non in generale, nel tuo lavoro ideale, ma nel tuo lavoro di tutti i giorni, cos’è che contribuisce a rendere soddisfacente il tuo lavoro, a farti sentire soddisfatto del tuo lavoro.
Ti faccio un esempio, oggi per me i parametri che mi rendono soddisfatta nel mio lavoro sono:
- Migliorare, crescere ed imparare ogni giorno. Evolvere come persona in primis e poi come professionista – 30%
- I risultati ottenuti dai miei allievi – 40%
- Il compenso che ricevo ovvero il bilancio tra ciò che dò e ciò che ricevo – 30%
Secondo un altro modello, il Job Match Model i 3 parametri principali da considerare sono:
- Le opportunità di crescita (in azienda o come libero professionista)
- Lo stipendio
- Le competenze utilizzate
ESERCIZIO: Individua i tuoi 3-4 parametri principali, quelli che per te incidono maggiormente sul tuo lavoro e dai ad ognuno di esso una percentuale, un peso di incidenza.
Questo per renderti conto degli elementi che determinano la tua soddisfazione ma soprattutto per capire se all’interno del tuo attuale lavoro questi parametri vengono rispettati o meno.
Limiti al sentirsi soddisfatti del proprio lavoro
Quando andiamo ad indagare la nostra soddisfazione a lavoro non possiamo non tenere conto di alcuni limiti che intervengono.
Questi limiti sono legati alle nostre credenze limitanti, ovvero a tutto ciò che noi pensiamo di noi e del nostro lavoro e che non ci permette di vedere tutte le possibilità a disposizione in modo limpido.
È come cioè fossimo avvolti dalla nebbia e non vedessimo tutto ciò che ci circonda. In questa situazione incidono le paure che abbiamo di noi e del nostro lavoro, come anche alcune convinzioni, per esempio:
- pensare che non potrai mai trovare un lavoro che ti appassioni, che coincida in parte o totalmente con le tue passioni
- pensare in termini di “o” – “o”, in termini di bianco e nero, e vedere cioè intorno a te solo due alternative
- avere tanti interessi e passioni e credere di avere troppi interessi e passioni ed essere destinati al non scegliere
- pensare di non avere alcun talento speciale
- …
Ti ritrovi?
Io stessa, nonostante il lungo percorso di crescita personale fin da giovanissima, mi sono ritrovata a pensare a quasi tutte queste credenze e a farle mie in diversi periodi.
Sono solo pensieri e i pensieri si possono cambiare.
Puoi sostituire i precedenti pensieri/credenze come segue:
Pensare che non potrai mai trovare un lavoro che ti appassioni, che coincida in parte o totalmente con le tue passioni
Se penserai così sarà davvero così!
Inizia invece con il pensare l’incontrario e puntare l’attenzione verso chi sta lavorando delle sue passioni e chiedere quali sono stati gli step che hanno permesso a quella persona di vivere dei propri interessi
Pensare in termini di “o” – “o”, in termini di bianco e nero, e vedere cioè intorno a te solo due alternative
Le 2 alternative ci rendono tranquilli, perché le possiamo controllare, le migliaia di alternative ci destabilizzano. Sii consapevole che è solo un modo di semplificare la realtà perché in questo modo riusciamo a mettere ordine.
L’obiettivo è però vedere L’alternativa di mezzo. Mi piace pensare ad un grosso vichingo con i pattini che corre in mezzo a due persone che stanno camminando. Allo stesso modo l’idea, l’alternativa, si fa spazio prepotentemente in mezzo e è quel qualcosa che non puoi non vedere.
Avere tanti interessi e passioni e pensare che siano troppi ed essere destinati al non scegliere
Soprattutto se sei multipotenziale ti senti spesso condannato al continuo salto tra una cosa e l’altra, senza in realtà renderti conto che la vita è limitata e per forza oggi, devi decidere cosa mangiare a pranzo e a cena. Quindi smetti di pensare che non sai cosa scegliere e inizia a scegliere, anche se questo vuol dire scegliere più di una cosa.
Pensare di non avere alcun talento speciale.
Può essere che tu non sia nato con un talento, e che la tua situazione familiare, economica non ti abbia dato modo di coltivarne nemmeno uno. Ma hai la possibilità di scelta, hai cioè la possibilità oggi di scegliere di scoprire qual è il tuo talento, come? provando cose diverse.
Le persone non capiscono chi sono e il mio modo di lavorare.
Smetti di pensare che il mondo sia un posto ostile a te e vedrai quante persone incontrerai che riconosceranno e apprezzeranno ciò che sai fare.
…
Se hai altri dubbi o credenze scrivile nei commenti e ti rispondo volentieri! Oppure se preferisci puoi scrivermi in privato!
Il momento giusto per cambiare
È sempre il momento giusto per cambiare.
Ma cosa mi stai dicendo Patrizia?
Intendo che ogni situazione di crisi, difficoltà, malessere è un ottimo campanello di allarme per cambiare.
E con cambiare non intendo stravolgere, puoi infatti cambiare attraverso:
- La creazione interna: cambiare il tuo sistema di credenze, il cosiddetto atteggiamento
- La creazione esterna: azioni concrete che metti in pratica subito. Anche piccole ma che fanno davvero la differenza.
Azioni di cambiamento che non comportano il cambiare definitivamente lavoro.
Leggi anche: Voglio davvero cambiare lavoro? La domanda migliore
Ogni cambiamento che vogliamo vedere intorno a noi è un cambiamento in primis dentro di noi.
Per questo è bene che inizi già da oggi a chiederti:
- in cosa posso migliorare? quando ho imparato qualcosa di nuovo per l’ultima volta?
Nella tua vita personale e professionale.
E se hai bisogno di un confronto sulla tua situazione puoi scrivimi oppure prenotare la tua Discovery Call e ne parliamo insieme!
Nel frattempo ti mando un grande abbraccio,
a presto,
Patrizia