Oggi ti racconto come lasciare andare l’inadeguatezza e stare meglio fin da subito nel tuo lavoro per sentirti al posto giusto.
Guardavo lo schermo e non capivo.
Ero bloccata e di lì a qualche ora ci sarebbe stata la scadenza per la consegna.
Poco importa il motivo per cui mi ero ficcata in quella situazione. Quello che sapevo è che non stavo bene.
Perché per capire quello che vuoi fare davvero nel tuo lavoro può essere che sbatti, a volte, contro con ciò che non ti piace.
Ma devo dirti la verità,
era da tempo tempo che non mi sentivo così: inadeguata.
Mi sono riemerse tutte quelle situazioni del passato nelle quali mi sono sentita così, anche nei miei precedenti lavori.
E mi sono chiesta: da dove nasce l’inadeguatezza e come risolverla. La risposta l’ho scritta in questo articolo.
Sei pronto a scoprirla?
Seguimi…
L’origine del sentimento di inadeguatezza
La vita è un ciclo, e hanno un ciclo anche determinati schemi mentali che si ripetono.
Forse ti sarà capitato di vivere e rivedere una stessa situazione ripetersi. Ebbene, quella situazione è uno schema che si ripropone davanti a te per essere finalmente risolto, guarito.
Per risolvere uno schema dobbiamo capirne le origini e lasciarlo andare.
Lascia che ti chieda: quando hai vissuto il primissimo sentimento di inadeguatezza?
Un tuffo nel passato e prova ad osservare quando ti sei sentito inadeguato.
Non giudicare, rimani ad osservare.
Ok, rivivi il momento.
Lo so, non è facile, provaci.
Ora immagina il punto di vista di chi ti ha fatto sentire inadeguato (una maestra, un genitore, un familiare, un amico ecc.)
Ok, non è facile, continua, stai andando bene!
Immagina ora di essere uno spettatore che osserva la scena, il ricordo del tuo passato.
Come cambia la prospettiva vero?
Ora lascia andare.
Ci sono diversi modi per farlo. Uno di questi è immaginarti seduto lungo un ruscello e lasciare scorrere nell’acqua la situazione del passato.
Lascia andare, vedi scorrere il ricordo, le persone e i sentimenti.
Ora torniamo ad oggi.
Il tuo lavoro può non avere minimamente niente a che fare con le persone del tuo passato. Ma con quella emozione sì.
Ora che hai capito la prima volta in cui hai vissuto quella sensazione e ciò che hai passato avrai anche più amorevolezza, accettazione e accoglienza di te.
Tutti ci siamo sentiti inadeguati.
Inadeguatezza sul lavoro: le conseguenze
Ci sono diverse cause per le quali possiamo sentirci inadeguati sul nostro lavoro che possono dipendere dalla nostra età (troppo giovani, troppo vecchi), dalle richieste e dalle nostre competenze (troppo poche o troppo tante) o una situazione che ci tocca sul personale.
Ogni singola situazione ha in comune il non sentirsi al posto giusto.
Il fare cioè qualcosa che non ci corrisponde.
Il senso di inadeguatezza può colpire parte del nostro lavoro o il nostro stesso ruolo.
Quante volte mi sono sentita ripetere dalle persone che si rivolgono a me per un Percorso: “non sono fatto per quel lavoro”, “quel compito non fa per me”.
Protraendo la situazione di inadeguatezza sul nostro lavoro finiamo per pensare di:
- non essere capaci in nulla
- essere noi quelli sbagliati
- non portare a termine i compiti a noi assegnati
Ti suona familiare?
Beh questa volta non posso dirti che sia tutto nella tua testa, se la situazione di inadeguatezza si protrae tutto ciò intorno a te confermerà sempre più che sei inadeguato al quel ruolo, quel posto.
Che tragedia penserai!
No. Quel sentimento è il migliore che ti potesse arrivare. Benedicilo.
Questo perché ti sta indicando che cosa il tuo cuore non sente giusto. Non conta il miglioramento, la crescita di carriera o la responsabilità che è giusto ti prenda.
Se una situazione non ci fa stare bene cerchiamo di evaderla. È umano.
Ok Patrizia ma come faccio a superare l’inadeguatezza?
Vincere l’inadeguatezza a lavoro in 5 step
No, fuggire non è un’opzione.
Massacrarti di lavoro neppure.
E anche mollare tutto o cambiare lavoro può non essere una soluzione.
Infatti sono qui proprio per aiutarti a stare già meglio, ora, davanti a questo schermo mentre leggi.
Proprio come ho fatto qualche giorno fa quando mi sono ritrovata davanti alla situazione.
1. Prima domanda: ne vale la pena?
Questa è una domanda semplice ma che spesso, dentro al vortice del lavoro, non ce la facciamo abbastanza.
Il lavoro è dare e ricevere. Se quanto sto dando, in termini anche di sforzo, è superiore ai benefici beh allora qualcosa deve essere rivisto.
Se ti sembra di sforzarti nel lavoro che stai facendo è importante che tu te ne renda conto.
Quanto tempo hai impiegato per risolvere quel problema? Avevi tutti gli strumenti necessari?
Se non sei stato in grado di risolvere subito quella situazione nel tuo lavoro non è detto dipenda da te.
Ma se continuerai a non vedere l’evidente allora sì dipenderà da te.
Prenditi il 100% di responsabilità di ciò che fai.
Che vuol anche dire alzare la mano ed esprimere: “non ce la faccio più” oppure “questa cosa non mi riesce”.
Sarai sbalordito da quante persone arriveranno a darti una mano per provare loro stessi a portare avanti ciò che hai iniziato.
Lascia loro spazio. Ricordi: ne vale la pena?
Meglio uscire all’ora giusta e riposarti un po’ che prenderti a carico di ciò che proprio non ti riesce.
Io mi sono risposta: no, non vale la pena per il numero di ore rispetto al guadagno. Per esempio.
E ora sono consapevole che o trasformo il Vale la pena in un sì, oppure sarà un no all’inizio e quel lavoro non lo porto a casa nemmeno a casa.
2. Stai imparando qualcosa di nuovo
Forse ti sei dimenticato del tuo primo giorno di lavoro, quanto tutto sembrava nuovo e c’era sempre qualcosa da analizzare-eleborare-rispondere.
No non tutto è una minaccia!
Come in quel momento ti poteva sembrare di essere sotto i riflettori “è arrivato quello nuovo”, non ci sono i riflettori nemmeno adesso.
Stai solo studiando, analizzando e rispondendo a qualcosa di nuovo.
Patrizia vorresti dirmi che questa ineguatezza non esiste?
No, so che ti senti con il respiro corto, perennemente in ritardo, e senza vedere la luce in fondo al tunnel nel tuo lavoro di tutti i giorni.
Ma stai imparando.
Il che vuol dire anche sbagliando.
Nessuno si sognerebbe mai di valutare la tua prestazione nei primi mesi di un nuovo lavoro o una nuova mansione.
E anche se l’intento sia quello di “farti fuori” chi ti sta giudicando non potrà essere sicuro di ciò che sta perdendo o guadagnando se non ti darà modo di esprimerti, e anche migliorarti.
Se hai dubbi sul tuo valore, immaginati una banconota appiccicata in faccia. Sei un valore inserito nel bilancio aziendale, se un valore che costa ma che può moltiplicare.
Quindi mettiti comodo, prenditi tutto il tempo che ti serve per imparare quella cosa nuova.
Fai pace con la mania di essere SUPER-preparato, SUPER-competente, SUPER-man, SUPER-woman.
Non sei da solo, nemmeno se fossi un freelance come lo sono io.
C’è sempre qualcuno che ha già battuto la strada e ti può fare luce.
Si tratta solo di diventare MINI-preparato, MINI-competente, MINI-man, MINI-woman, e di metterti in ASCOLTO degli altri, di chi ha esperienza e non vede l’ora di insegnarti.
Di chi è diventato SUPER preparato su quell’argomento e non vede l’ora di insegnare ad un MINI il suo sapere.
Non sei mai solo. Nemmeno quando cerchi di esserlo.
3. Chiedi feedback
La tua sensazione esiste, quello che può non esistere è la situazione che l’ha scatenata. Il punto di vista con cui hai guardato la realtà, quello può determinare il risultato.
Mi spiego meglio,
puoi aver passato 10 ore a realizzare un progetto che dovevi realizzare e sentirti di non aver creato niente di buono.
Oppure puoi aver passato 10 ore sullo stesso progetto ma avere ottenuto un ottimo risultato.
In questo caso, le persone accanto a te, i colleghi, il tuo responsabile, il cliente, possono invece fornirti il loro feedback.
Questo potrebbe non cambiare la tua sensazione ma ti aiuta a considerare sempre più il tuo lavoro da altri punti di vista, oltre il tuo.
È un modus operandi che può aiutarti in diverse le situazioni.
Non lasciare che la difficoltà o le dinamiche di quel specifico compito influiscono sui risultati.
Perché quello che ci sta prima, tutto ciò che hai fatto, nessuno lo sa.
Ma sicuramente gli altri possono fornirti un feedback su ciò che ci sta dopo, sul risultato che hai creato.
E sì, questo ti aiuta a ridimensionare il tuo punto di vista.
Il tuo lavoro è co-creazione.
Senza la tua azienda o il tuo cliente il tuo lavoro non esisterebbe, ci hai mai pensato?
Quindi lascia che siano gli altri a dare il contributo, anche determinando la qualità del tuo risultato.
4. Non puoi essere adeguato a tutto.
Ogni giorno ricopriamo diversi ruoli: il figlio, l’amico, il collega, il responsabile, il freelance, il compagno ecc.
Ci sono momenti nei quali ci sentiamo più o meno adeguati a questi ruoli, momenti nei quali ci sentiamo adatti, ed altri in cui ci ritireremo volentieri in una caverna lontano da tutti.
È normale.
Soprattutto è normale non eccellere in tutto.
Non vuol dire che non sei eccellente in qualcosa, ma se continui a focalizzare la tua attenzione su ciò che non va, non scoprirai mai ciò che sta andando.
Ciò per cui sei perfetto.
E questo potrebbe ancor più essere comune per i multipotenziali, coloro che hanno avendo diverse passioni e competenze, portandole avanti anche insieme, rischiamo ancor di più di non sentirsi eccellere in nulla.
Ogni nostra abilità può essere più o meno affinata e questo dipende anche da periodo nel quale ci troviamo.
Mi spiego meglio,
se siamo giunti ad una conoscenza completa in una materia ma proprio per questo non ci troviamo più stimoli, ci sentiremo inadeguati come se fosse la prima volta che ci approcciamo al lavoro.
Riconosci cosa non fa più per te. Ora.
Puoi fare e vivere tutti i lavori che desideri, nella tua vita.
Ma come dico sempre, abbiamo un tempo limitato su questa terra, almeno in questa vita. Dunque vuoi ancora usare il tuo tempo per sentirti inadeguato in uno dei tanti ruoli o mansioni che potresti fare?
Quante cose ci sono nel nostro CV che abbiamo fatto ma non vogliamo più fare?
Avere la consapevolezza di ciò che non vogliamo più fare è il primo passo per capire ciò che vogliamo fare.
Non farti andare bene a tutti i costi qualcosa solo perché hai deciso che quella doveva essere la tua strada.
Si può sempre cambiare.
Ripeto: sempre.
Il primo passo? riconoscere che non puoi essere adeguato a tutto.
Non stai facendo un favore a nessuno sforzandoti di stare adeguatamente al tuo posto.
5. Condividilo con gli altri: esprimi la tua voce
Sia che tu lavori per un’azienda o che tu sia freelance se ti senti inadeguato a fare determinati compiti comunicalo!
Non per forza dobbiamo essere capaci a fare tutto, ma soprattutto è meglio per tutti se ci concentriamo a fare sempre più ciò che ci riesce bene, ci piace e per il quale ci sentiamo adatti.
Quando in passato mi sono liberata di questo mi sono sentita meglio. Perché possiamo sforzarci di fare una serie di mansioni che non sono nelle nostre corde, ma possiamo invece farne tante altre per le quali ci sentiamo perfetti!
Il dialogo risolve tutto.
Dialoga con i tuoi responsabili, con i tuoi clienti. Con te stesso.
Nessuno saprà mai la tua frustrazione se non la esprimi con voce calma, sicura e consapevole.
I benefici che puoi ottenere sono:
- Sicurezza in te stesso, sentirti bravo anche se inadeguato in qualcosa.
Chi ha detto che dobbiamo essere perfetti in tutto? Una volta che hai accettato questo sarai sempre più consapevole di quanto vali.
- Essere aiutato dal tuo manager o dal tuo titolare nel trovare la soluzione giusta per te.
Ammettere che qualcosa non fa più per noi non significa mollare la presa, ma avere consapevolezza di ciò che si vuole e di ciò che ci riesce meglio, piuttosto che ostinarsi in ciò che non ci riesce.
- Gratitudine per quel sentimento di inadeguatezza arrivata nella tua vita.
Parlando dei tuoi insuccessi lascerai che siano il tramite per qualcosa di più grande. Osserverai senza giudizio i tuoi limiti e saranno la tua forza.
Spero che con questo articolo tu ti senta sempre più, ogni giorno, adeguato,
a me piace dire perfetto, in ciò che fai.
O meglio, che il tuo lavoro sia sempre quello giusto, al momento giusto, per te.
Un abbraccio,
Oggi voglio raccontarti come mi sono sentita qualche giorno fa e la riflessione che ne ho tratto. Leggi questo articolo se vuoi lasciare andare l’inadeguatezza e stare meglio a lavoro
Patty
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