Orientarsi nel mondo del lavoro oggi, nel 2019, e scegliere la professione più giusta è una delle attività che più spaventa. Qui trovi un riassunto degli errori più grandi che ho commesso ogni volta che mi sono trovata a scegliere quale professione facesse per me.
Prenditi qualche minuto per leggere con attenzione perché ci tengo davvero molto a quello che sto per dirti.
Pronto?
Seguimi.
So che sei in confusione più totale.
Hai appena terminato la laurea e non sai da dove iniziare a cercare lavoro perché non sai quale professione fa al caso tuo.
Oppure hai già iniziato un lavoro ma sai che non è quello che vuoi. Hai detto di sì per svariati motivi ma nessuno risponde sì alla domanda a “è quello che vuoi fare veramente?”
Voglio dirti una cosa: ti capisco!
So esattamente quello che provi, ci sono passata e credimi, puoi avere maggiore chiarezza.
Non con la speranza o la fiducia che prima o poi qualche occasione arriverà.
Le occasioni sono tali perché tu sai esattamente quello che vuoi attirare.
Leggi anche Come i tuoi pensieri creano la tua realtà.
Voglio iniziare dai miei 6 errori più grandi che ho commesso quando cercavo di capire quale professione facesse per me.
1. Credere di conoscere il mercato del lavoro (in Italia)
Non so te ma io ho sempre lavorato durante gli studi, in un negozio. La classica boutique di paese dove trovi le migliori marche di vestiti e scarpe.
Ho imparato molto sul lavoro, ma sul mercato del lavoro non avevo capito ancora niente.
Il mio primo contratto full-time l’ho avuto in Irlanda, a Dublino.
Quindi quando mi sono ritrovata ad iniziare in Italia, non sapevo come funzionava la domanda e l’offerta di lavoro.
Ho poi lavorato in una start-up, giorno e notte, dedita al mio lavoro.
E per l’ennesima volta non sapevo come funzionasse il mercato del lavoro.
Perché non basta lavorare per avere consapevolezza di come funziona il mondo del lavoro.
Solo con una visione d’insieme puoi davvero capire.
Questo vuol dire che l’errore che ho fatto è stato quello di pensare di avere bene chiaro in mente quello che ci potesse essere fuori, per me.
Sbagliato.
Se non chiedi alle persone giuste, se non hai tutte le informazioni del caso, non puoi pretendere di sapere come funziona!
Ed è come se gareggiassi in uno sport di cui hai tutte le potenzialità per portarti sul podio, ma non conosci le regole della gara.
Come fare?
Fai domande, fai quante più domande puoi a chi è più grande di te. Chi ha cambiato spesso lavoro, città e settore. O chi lavora nel settore in cui vuoi inserirti, perché ogni settore di mercato ha le sue dinamiche.
Vuoi un esempio? Ho aiutato per tanto tempo giovani ragazzi ad inserirsi nel mondo della moda.
Ebbene, nessuno, o pochissimi, era consapevole che il mondo della moda è il settore più democratico.
Puoi emergere se hai talento, se ti fai notare, se dimostri di avere personalità e la sai raccontare tutto ciò.
Non servono certificati e nemmeno esperienze significative nel Curriculum. Serve il punto di vista, una conoscenza approfondita, direi enciclopedica, e tanta esperienza sul campo.
2. Lavorare in un’azienda o in un settore solo perché conosciuto
Il 29% degli italiani, secondo l’Employer Brand Research 2019 preferisce lavorare in una multinazionale.
Io ero tra quel 29%
Ci sono elementi presenti in una multinazionale che possono essere più vantaggiosi per una maggiore qualità di vita, ed è vero!
Ma quello su cui ho sbagliato è dare importanza al tipo di azienda nella quale lavoravo, piuttosto che il lavoro in sé.
In tutte le mie scelte passate non ho mai appurato se l’azienda potesse rispettare le mie aspettative future in termini di crescita. Crescita di ruolo, di stipendio, di competenze.
Ho sempre dato maggiore importanza all’apparenza più che alla sostanza. Sbagliando.
Il focus è dentro di noi, non fuori di noi.
Ognuno ha esigenze diverse.
E se tutti imparassimo a chiedere quello che è giusto per noi (un giusto luogo fisico, un giusto orario di lavoro, una giusta retribuzione ecc.) ci sarebbero aziende disposte a dare quello che chiediamo.
Mi rivolgo a te che sei brillante e hai tutte le capacità per svolgere il tuo lavoro.
La cosa più importante che puoi fare è non sottostare alle regole, puoi crearne di nuove.
Hai un grosso potere.
3. Confrontarmi con altri profili in LinkedIn
Ho davvero trascorso troppo tempo a confrontare il mio percorso con altri.
Sia solo stato di studi inizialmente, con altri profili in LinkedIn.
Il confronto è importante, attenzione!
Lo suggerisco sempre ai miei allievi, soprattutto a chi è in una fase iniziale.
Serve per trovare alcune parole chiave con cui raccontarsi, o per creare le giuste connessioni.
Ma la ricerca compulsiva di spunti secondo i quali orientare la propria carriera no!
No perché innanzi tutto ti ruba tempo.
Non è proficuo perché bisogna sempre contestualizzare. Quante risorse aveva quella persona prima di te?
Con risorse intendo anche quanto ha potuto investire in formazione, o in altre esperienze per accrescere le proprie competenze.
O ancora, il profilo che intercettiamo può essere in una fase diversa dalla nostra, ovvero può già essere in un ruolo di responsabilità e può infatti avere anche più anni di te sulla carta d’identità.
Inoltre, non sappiamo mai quello che c’è dietro ad un ottimo profilo Linkedin.
LinkedIn è un social network e come in tutti i social non vado di certo a scrivere quanto stia vivendo male nel mio attuale luogo di lavoro.
Da un LinkedIn surfing tra un profilo e un altro non potremo mai sapere se realmente la persona è felice in quella sua carriera!
4. Pensare che la direzione sia solo una
Per tanto tempo sono andata avanti chiedendomi cosa dovessi scegliere. Tra le tante cose che mi piacere fare, studiare, approfondire.
Pensavo che il saltare da un ruolo all’altro fosse una mia insicurezza e mancanza di decisione ad intraprendere un’unica professione.
Scalando la gerarchia per diventare manager in azienda, come avrebbe voluto mio padre.
Lo avrei potuto fare (lo posso ancora fare, se volessi!) ma non era quello che sentivo.
Possiamo cambiare strada più volte, e sentirci bene ad ogni cambiamento.
Nella vita possiamo ricoprire ruoli e compiti completamente diversi tra di loro.
Non pensare in modo unidirezionale. Specialmente se sei un multipotenziale come me, che può essere in grado di eccellere in tante discipline diverse!
La non decisione non è sinonimo di incertezza, è semplicemente data dalle possibilità che hai in più di altri.
Vivi serenamente con la tua volontà di fare cose diverse.
La tua capacità di adattamento e di flessibilità ti dà maggiori possibilità nel mercato del lavoro.
5. Lasciarmi influenzare dalla realtà intorno a me
Siamo animali sociali, e questo era Hobbes a dirlo. Abbiamo bisogno del confronto con gli altri.
Spesso il vivere in micro-comunità come la famiglia, gli amici, la città nella quale siamo cresciuti influenza i nostri desideri.
Reprimiamo idee e intuizioni solo perché ci sembrano troppo diverse rispetto al comune vivere che viviamo ogni giorno.
Così crediamo che quell’idea di viaggiare, trasferirci, o scegliere una professione diversa non sia giusta.
Quante volte l’ho pensato!
Soprattutto quando vivevo a Verona. Ero infatti già a più di 2 ore dal paesino nel quale ero cresciuta, avevo guadagnato la mia stabilità in una delle città più belle d’Italia.
Eppure, quel tarlo che mi diceva che non era abbastanza continuava a non farmi dormire la notte.
Cercavo di reprimerlo a tutti i costi perché la realtà in cui ero era già quello che molte ragazze della mia età avrebbero potuto aspirare e desiderare.
Ma stavo vivendo il sogno di qualcun altro. Non il mio.
È da quando ho preso il primo aereo verso nord che volevo ritornarci. Scoprire cosa c’è un po’ più in su e vivere di nuovo all’estero.
Sono trascorsi anni, prima che mi ascoltassi veramente.
E lasciare tacere ciò che le persone intorno a me pensavano.
Non è facile, ma puoi farlo: pensare che le circostanze siano diverse da quello che vedi tutti i giorni.
Immagina quali sono le persone che vuoi incrociare per strada, quali sono i profumi che vuoi sentire.
Qual è l’aria che vuoi respirare e qual è la professione giuste per te, che in questo momento, vuoi ricoprire. Immagina, puoi.
6. Essere la perfetta assistente
Sono donna.
In Italia. Non non in America.
Quindi le mie aspirazioni imprenditoriali lasciamole ad un’altra generazione, quella che avrà coraggio di costruire qualcosa di diverso.
Questo era il pensiero che mi rincorreva ogni volta che pensavo alla professione giusta.
E che ho lasciato a qualcun altro.
Un bel giorno infatti, mi sono guardata allo specchio e ho deciso di credere. Che anche in Italia possano nascere talenti e credere in primis in me stessa.
Mi sono messa a cercare. Ho trovato storie di persone che ce l’hanno fatta a trovare e fare la professione giusta per loro.
Ok, lo posso fare.
Invece di essere la perfetta assistente degli altri ho iniziato ad essere la mia personale assistente.
Troppo tempo sprecato a fare le cose per gli altri. Crescere un team, un’azienda, un fatturato.
Era arrivato il tempo di creare qualcosa di mio.
Quando siamo bravi possiamo essere perfetti, e indispensabili per gli altri.
Preziosi.
Lascia che ti dica una cosa,
non ti renderai conto che vali quando continuerai a fare le cose come vogliono gli altri.
Vali quando porti innovazione, quando fai qualcosa in primis per te stesso e poi per l’azienda per la quale lavori.
Quando le scelte le fai perché sono giuste per te, e non perché vanno bene agli occhi degli altri.
Sia che tu senta di cambiare settore, città o iniziare qualcosa di tuo.
Con questi miei errori spero di averti alleggerito la giornata,
e soprattutto di averti dato degli spunti che ti permettano di scegliere in libertà qualsiasi cosa tu voglia fare, qualsiasi carriera intraprendere, qualsiasi progetto sviluppare.
Un abbraccio,
Patrizia
P.S. Un’ultima cosa: condividi, condividi, condividi!
Per favore, vorrei che questo messaggio arrivasse a quante più persone possibile e tu mi puoi aiutare!
Grazie!